
Quella verità che rende umani. Il canto edificante di Luigi Pirandello
Gilberto Scaramuzzo (Autore)
2017
In M. Geat (A cura di), Il pensiero letterario come fondamento di una testa ben fatta (pp. 97-112). Roma TrE-Press.
Descrizione
Questo studio intende riaffermare la valenza educativa dell’opera pirandelliana e contribuire a superare il misconoscimento che ancora grava su di essa.
Analizza alcune pagine in cui è possibile riconoscere l’intento edificante dell’autore e il suo impegno a ‘cantare’ di una verità che rende umani. Il saggio di Pirandello “Non parlo di me” sembra fare luce su quel possesso umano che garantisce la possibilità radicale di poter guadagnare una verità per sé: ‘il punto vivo’. Alcuni personaggi pirandelliani sembrano incarnare questa ricerca e mostrarne caratteristiche e criticità: il Principe de “La favola del figlio cambiato”, che afferma di averla trovata la sua verità; Moscarda, il protagonista di “Uno, nessuno e centomila”, che ne ha una improvvisa rivelazione; la Signora Frola e il Signor Ponza che, in “Così è (se vi pare)”, testimoniano come la propria verità possa convivere con la verità dell’altro anche quando tra le due sia presente una contrapposizione radicale.
Citazione bibliografica
Scaramuzzo, G. (2017). Quella verità che rende umani. Il canto edificante di Luigi Pirandello. In M. Geat (A cura di), Il pensiero letterario come fondamento di una testa ben fatta (pp. 97-112). Roma TrE-Press.